TIBURTINA – MARSICA
134 km: svincolo Vicovaro – Arsoli – Carsoli – Colli di Montebove – Tagliacozzo – Magliano de Marsi – Forme – Celano – Collarmele – Castevecchio Subequo – Roiano -svincolo Sulmona
Un affondo sulla famosa Tiburtina, percorrendone un lungo tratto, quello più bello, che attraversa la catena appenninica srotolandosi tra passi e valli. C’è anche qualche diversione, tanto per cambiare strada ogni tanto. Partendo da Vicovaro (ma anche da Tivoli volendo), la SR 5 (poi SS 5) è bella e veloce, con curvoni e rettilinei, e già si inerpica in direzione di Arsoli – Carsoli. Qui la prima deviazione, lungo la Tiburtina Valeria, che valica i Colli di Monte Bove – oltre i 1200 metri s.l.m. – e poi scende verso Tagliacozzo in una miriade di curve strette.

Colli di Montebove
E’ un tratto che risulta molto gustoso anche in senso contrario. Poi via verso Magliano dè Marsi da dove, anche per evitare il monotono rettilineo in entrata e in uscita da Avezzano, si può andare verso Forme, alle pendici del Monte Velino, e da li raggiungere Celano, e quindi di nuovo la Tiburtina. Superato Collarmele, c’è uno dei più fantastici percorsi da moto: paesaggio stupendo, strade larghe, curvoni e continui cambiamenti di pendenza, insomma una goduria che fa venire voglia di fare avanti e indietro quella ventina di chilometri fino a Castelvecchio Subequo. Da qui si continua a seguire la Tiburtina fino a quando si vuole, anche fino a Chieti.
PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO
136 km: svincolo Celano – Pescina – Gioa dei Marsi – Pescasseroli – Villetta Barrea – Scanno – Anversa degli Abruzzi – Cocullo – Rivoli – svincolo Pescina
Questo è in assoluto uno dei tour più belli che vi propongo. Le caratteristiche paesaggistiche del percorso, le notevoli variazioni di livello, con salite e discese anche ripide, e le diverse località davvero particolari che attraversa, ne fanno uno dei miei preferiti. Si parte da Celano o direttamente da Pescina, da dove si inizia la salita verso Gioia dei Marsi e poi Gioia Vecchio – bellissimo borgo disabitato ma preservato – dove c’è il primo valico, a circa 1400. Prima però, se la giornata è limpida, fermatevi lungo la strada, in una delle molte delle curve a sinistra che seguono la linea di costa, e potrete ammirare una vista aperta sulla conca del Fucino fino ad Avezzano, ben racchiusa tra i Simbruini e il massiccio del Sirente – Velino.

il Fucino visto da Gioia de Marsi
Oltre Gioia, si scende rapidamente fino a Pescasseroli, nota località turistica, d’estate meta prediletta di tanti motociclisti, spesso in gruppo e specie nel fine settimana. La sosta nella piazza è praticamente d’obbligo. Proseguendo lungo la strada si arriva a Villetta Barrea, e qui si devia sulla SR 479 che, con una robusta salita porta a Montagnola; si tratta di un altipiano che, ad est, un crinale aguzzo separa dalla vallata di Aremogna. Poi si continua verso Scanno, paese sperduto e dalla conformazione singolare, che da il nome all’omonimo lago, altrettanto sperduto e di aspetto magico.

Scanno
Continuando, la strada si incunea in una specie di canyon, che si restringe talmente da dare la sensazione di infilarsi dentro le rocce. Ad Anversa degli Abruzzi si cambia direzione, e si torna a salire verso Cocullo e poi sulla SP 60, con un valico che è costituito da una breve galleria; attenzione: la galleria è buia e qualche volta ci si possono trovare dentro delle mucche! Poi giù di nuovo con tante curve (ma il fondo stradale non è un gran che) e ultima deviazione verso Pescina. Un tour da favola!
PESCASSEROLI – MAJELLA
182 km: svincolo Celano – Pescina – Gioia dei Marsi – Pescasseroli – Villetta Barrea – Scanno – Bugnara – Sulmona – Pacentro – Caramanico Terme – svincolo Scafa
Questo giro altro non è che l’ estensione alla Majella di quello precedente, circoscritto al Parco d’Abruzzo. Rimando pertanto alla descrizione già fatta sopra sulle bellezze di Gioia Vecchio, Pescasseroli e Scanno, essendo il percorso lo stesso. Ad Anversa degli Abruzzi, invece di deviare verso Pescina, si prosegue in direzione di Sulmona, uno dei centri più grandi della zona, da dove poi si inizia l’ascesa lungo la SR 487.

la Majella
Già subito dopo Pacentro una serie di ripidi tornanti fanno guadagnare parecchia quota, e poi si prosegue su una strada tortuosa in mezzo a una ricca vegetazione, sovrastati ad est dal crinale alto e lungo della Majella. Si arriva così alla gradevole località climatica di Caramanico Terme, da dove poi inizia la definitiva discesa verso l’autostrada.

il lago di Scanno e, sullo sfondo, la Majella
PARCHI ABRUZZO – SIRENTE
121 km: svincolo Ajelli-Celano – Collarmele – Castevecchio Subequo – Raiano – Goriano Scicoli – Ortona dei Marsi – Bisegna – Gioia Vecchia – svincolo Pescina
Ancora una declinazione del girovagare tra i bei Parchi abruzzesi, lungo itinerari questa volta più insoliti. E’ un giro che potrebbe essere percorso anche in senso inverso, per provare in modo alternativo le salite/discese (ad esempio il tratto tra Castelvecchio e il valico di Forca Caruso). Qui viene proposto partendo da Celano e poi Collarmele, da dove, godendosi la strada di ampia carreggiata e altrettanti ampi curvoni, si attraversa uno dei tratti più belli del Parco Sirente – Velino che, caratterizzato da vaste distese verdi senza alberi, alternate a pendii punteggiati da enormi pale eoliche, culmina, appunto, nel valico di Forca Caruso, a 1100 metri di quota. Poi giù fino a Castelvecchio Subequo, e quindi proseguendo in un fondovalle fin quasi a Raiano. Qui si cambia direzione su una strada secondaria, e dopo essere risaliti a Goriano Scicoli, si prosegue fino a sfociare sulla SP 60. Da qui in poi ci si inoltra nel tratto meno conosciuto del Parco d’ Abruzzo, con piccoli paesi che sembrano sospesi nel tempo e immersi in un paesaggio bucolico. Bello anche il tratto in quota dopo Bisegna, che con una rapida discesa si ricongiunge alla SS 83, da cui ricomincia l’ascesa verso il valico di Gioia Vecchio, borgo disabitato ma molto ben preservato. Di nuovo giù quindi verso Pescina, lungo la strada che offre molti punti di osservazione sulla sottostante piana del Fucino, visibile per intero fino ad Avezzano.

Tiburtina. In fondo il valico di Forca Caruso
PARCO SIRENTE – VELINO 1
122 km: svincolo Ajelli-Celano – Ovindoli – Rocca di Cambio – Civita di Bagno – San Gregorio – Fontecchio – Acciano – Castel di Ieri – Collarmele – svincolo Ajelli-Celano
Inizia e termina dallo svincolo autostradale di Ajelli-Celano questo giro che mette subito alla prova guidatore e pneumatici mentre sale, con una larga carreggiata – verso i quasi 1400 metri Ovindoli, nota località turistica montana dove si gode un bel fresco anche d’estate. Poi la vista si apre su un bellissimo altopiano verde che si stende pacioso tra il monte Sirente, sulla destra, e il Velino sulla sinistra, e si va spediti sulla strada dritta, arrivando a Rocca di Mezzo, il paese più caratteristico della zona, e quindi a Rocca di Cambio (da cui, appunto, si potrebbe cambiare versante dirigendosi verso Campo Felice grazie a un tunnel). Questo percorso invece prosegue in direzione de L’Aquila, con una ripida e tortuosissima – e quindi divertente – discesa. In fondo alla valle si cambia direzione e strada, imboccando la SS 271 all’altezza di San Gregorio, inoltrandosi nuovamente nel Parco, questa volta in modo più rilassato percorrendo un bucolico fondovalle punteggiato di paeselli sconosciuti (ad esempio Fontecchio). Dopo Molina Aterno si cambia di nuovo registro, immettendosi sulla SR 5 che da Castelvecchio Subequo a Collarmele – passando dal valico di Forca Caruso, 1100 metri s.l.m. – regala agli amanti della guida sul misto emozioni e adrenalina a volontà. Il paesaggio non è da meno, per chiudere in bellezza il giro. E’ un tour che, volendo, potrebbe avere inizio e termine dal casello autostradale de L’ Aquila-ovest.
PARCO SIRENTE – VELINO 2
112 km: svincolo Tornimparte – Campo Felice – Rocca di Cambio – Secinaro – Gagliano Aterno – Castevecchio Subequo – Secinaro – Tione degli Abruzzi – Fontecchio – Acciano – svincolo Bussi-Popoli
Un giro completamente diverso per visitare il Parco Sirente – Velino, attraversandolo da est verso ovest (o al contrario volendo). Partendo dal casello autostradale A 24 di Torninparte, si fa subito una fantastica arrampicata su una strada larga e con ottimo fondo, che porta a un altipiano, una delle tante conche che caratterizzano le montagne abruzzesi, racchiuso in fondo dalle piste di Campo Felice, i cui impianti sono molto conosciuti dagli sciatori romani. Da qui si imbocca il lungo tunnel che si infila dritto dentro la montagna (ci fa freddo anche d’estate, figurarsi che brividi in altre stagioni) e sbuca dall’altro versante a Rocca di Cambio, e da qui rapidamente si raggiunge Rocca di Mezzo, località turistica particolarmente rinomata. Dopo si devia verso Secinara, salendo in modo graduale su una strada che offre una panoramica molto bella sull’altopiano sottostante, e ci si inoltra in zone poco frequentate, arrivando a Castelvecchio Subequo, da dove, anziché prendere la consueta Tiburtina, si torna verso Secinara da un’altra direzione, Quindi si percorre un bel fondovalle fino A Fontecchio, paesello sperduto e sereno, e poi si torna verso ovest lungo una zona agreste e tranquilla fino ad Acciano. Quindi una ripida discesa piena di tornanti, fino a reincrociare la Tiburtina e poi la E 80.

campi tra Ovindoli e Rocca di Mezzo
LAGO DI CAMPOTOSTO
212 km: svincolo Torninparte – Castello di Corno SS 17 – Antrodoco – Posta – Montereale – Amatrice – Campotosto – Case Isaia – SP 2 – Poggio Tre Cancelli – SR 577 – Arischia – svincolo L’ Aquila ovest

Lago di Campotosto
E’ uno dei tour che preferisco questo, con una meta ben precisa, il lago, che è davvero gratificante. Per arrivarci ci sono diverse possibilità: quella che suggerisco io mi sembra il giro perfetto, perché tocca tante belle località, si perde quasi nel nulla e poi riemerge proprio sul lago. Ho scelto di proporre la partenza da Torninparte, casello A 24, proprio perché è inusuale, e consente subito di inoltrasi in zone sconosciute lungo la strada a mezza costa. Ad Antrodoco ci si immette su un percorso più noto fino a Posta, rientrando per un po nel Lazio lungo la Salaria, per poi imboccare la SR 471, che attraversa una zona collinare decisamente gradevole. Da Montereale, poi, si va in direzione di Amatrice tra mille curve (non conosco quali siano le condizioni delle strade dopo il terremoto). In alternativa, si può proseguire da Posta sulla SS 4 e poi arrivare ad Amatrice costeggiando il Lago Scandarello.
Amatrice era uno dei centri più belli e conosciuti del Centro Italia, il sisma l’ha distrutta: aiuta amatrice.

verso Amatrice

lungo la SR 577, da Amatrice verso il lago di Campotosto
Lasciata Amatrice la SR 577 si inerpica guadagnando quota tra curve strette, fin quando, quasi all’improvviso, dopo Poggio Cancelli si sbuca sul lungolago, con certi curvoni che sembrano fatti apposta per allentare le briglia alla cavalcatura e lasciarla un po andare…… Il paesaggio del lago è molto bello, con il blu intenso dello specchio d’acqua che fa da contraltare al verde dei boschi e l’azzurro del cielo. Tra le curve c’è un tratto dove sullo sfondo si può ammirare, incorniciato dalle alture circostanti il lago, il gruppo del Gran Sasso: insomma un vero spettacolo della natura, peraltro pieno di turisti nelle belle stagioni. Vale la pena di percorrerlo in lungo e in largo per tutti i tratti litoranei, così come propongo nel tracciato del giro. Dal lago si imbocca la SS 80, con molte variazioni di quota in un tratto ancora davvero gustoso che passa per Arischia, per dirigersi infine verso la A 24.

Lago di Campotosto
GRAN SASSO
148 km: svincolo – L’Aquila ovest – Arischia – SS 86 – Fonte Cerreto – Campo Imperatore – Castel del Monte – Santo Stefano di Sessanio – Barisciano – Paganica – svincolo Assergi
E’ l’apoteosi dei tour abruzzesi, quello che più di ogni altro incarna l’anima e le bellezze di questa regione montana così particolare. Distese enormi per spiriti liberi, verrebbe da dire, con vette alte e ripide, senza quasi un albero, che si stagliano su altopiani lisci ed erbosi. Da qualunque direzione si venga, ad Arischia inizia l’ascesa verso il Parco, le cui cime si fanno sempre più imponenti. Ad un certo punto si devia sulla SP 86, che inizia a seguire, a mezza costa, l’andamento della dorsale principale, che si staglia austera e solenne nel cielo. Non si corre, la strada stretta non lo consente e la mente non ne sente il bisogno. Ad un certo punto, sempre più rapiti dall’aspetto maestoso dell’ambiente circostante, si incrocia il bivio per Campo Imperatore, verso cui è d’obbligo la diversione.

Campo Imperatore

verso il Gran Sasso

Assergi vista da Campo Imperatore
Qui sembra davvero di stare su un’altro pianeta: la distesa dell’altopiano, questa volta non liscia ma parecchio ondulata da tante piccole gobbe, e il colore cangiante delle pendici – specie d’estate – danno l’idea di aver raggiunto uno dei quattro angoli del mondo. Infine, il massiccio, onusto e silente, e, per gli amanti della storia, una visita all’albergo rosso dove fu recluso Mussolini nel ’43. La vista dal pilone della funivia che sale da Assergi è mozzafiato. Poi si torna sulla SS 17bis, per gustarsi ancora l’altopiano, trotterellando felici e soddisfatti di respirare aria buona, anzi verrebbe voglia di non andarsene. La guida si fa più impegnativa per scendere verso Castel del Monte e Calascio, da dove infine, paghi e anche un po stanchi, si raggiunge velocemente la A 24, ad Assergi. Magnifico giro!

sull’altopiano

onusto e silente